venerdì, maggio 26, 2006

La Sicurezza Subacquea (introduzione)


Avete mai pensato, veramente, a che cosa sia la sicurezza?
Questo è un termine relativo, più che mai relativo .
Si può essere veramente sicuri? Se sì, allora dove, come,…quando?
Si può attraversare la strada, pedalare tranquilli in biciletta, andare a cavallo oppure fare un’immersione, in totale sicurezza?
Direi proprio di no!
La sicurezza totale non esiste è un concetto astratto, un compromesso che dobbiamo valutare, accettare e sfidare ogni volta che vogliamo osare.
Ma dov’è il limite tra l’osare e semplicemente … il fare?
Qual’è la soglia che non dobbiamo superare per essere sicuri (cioè per agire in sicurezza).
Si può arrivare a dare una risposta abbastanza precisa a questa domanda per ogni attività ed in particolare per la subacquea. Non è una risposta uguale per tutti e non è certo così semplice come viene affrontata dalle didattiche ricreative.
Si possono fare immersioni impegnative senza osare, si può soddisfare la propria sete di emozioni, appagare i propri sensi, senza azzardare.
Affronterò questi temi che sono vitali per tutti noi, in un modo che sono sicuro vi incuriosirerà, non tanto per i contenuti fondamentali ormai triti e ritriti, ma per la filosofia del come utilizzarli,che potrebbe essere interpretata diversamente da ognuno di noi.
Sicuramente la sicurezza non è semplicemente essere in curva a meno di 40m profondità.
Sicurezza significa pianificazione, controllo, consapevolezza, allenamento, tecnica, attrezzatura, buon senso, collaborazione …. e sicuramente tante e tante altre cose tutte da affrontare una per una.
Non pretendo di avere ragione, non ho l’oro in bocca, pretendo di provocare delle vostre reazioni che spero non siano scontate, come non saranno scontati i miei post.
Purtroppo parlerò di cose semplici, pratiche e concrete che quasi sempre vengono disattese, sia dal sottoscritto che dai miei colleghi (e probabilmente anche da voi), sia per nostra negligenza sia perché il mercato ci offre degli standard di sicurezza precotti, senza insegnarci a stabilire se e quanto questi si adattino a noi (e non parlo semplicemente di età, condizione fisica, ecc..). Giustamente si vuole e si deve standardizzare, per avere una linea di riferimento a cui adeguarsi, ma questo deve essere un punto di partenza non di arrivo.Questa rubrica ambisce a fare riflettere se questi standard sono adeguati alla propria persona e se la risposta è negativa, porvi rimedio in qualche modo.Scopriremo che anche se questi metodi ci sono e sono altrettanto standardizzati, non è affatto facile applicarli. Questo però è un problema del mercato della subacquea e della cultura di base della sicurezza.
Insomma, non facciamo finta che non esista, …il diavoletto che è in noi c'è e deve essere controllato, ma senza necessariamente tappargli la bocca se no, …veramente, le pareti più belle (come quelle della vignetta) non le vedremo mai!


La parte in arancione è nata da un commento di Ale(Gavriol).

Ringrazio ìLuce che mi ha fornito la vignetta giusta per la mia introduzione.